Fotoreporter: il libro su Marcello Geppetti
Presentazione in That's Hall con Rino Barillari e Marco Geppetti
Suo è lo scatto del “bacio dello scandalo” a largo delle coste di Ischia tra Liz Taylor e Richard Burton, come suo è lo scatto in via Caetani del corpo a terra, senza vita, di un uomo della scorta di Aldo Moro. Queste due immagini lontanissime tra di loro hanno un minimo comune denominatore: la capacità di Marcello Geppetti di immortalare momenti che cambieranno per sempre il nostro modo di vedere e raccontare la storia.
Il libro “FOTOREPORTER: Marcello Geppetti da via Veneto agli anni di piombo” di Vittorio Morelli (edizioni All Around) è stato presentato il 15 ottobre presso il nostro spazio di San Lorenzo.
Durante l’incontro si sono susseguiti gli interventi dell’autore Vittorio Morelli, di Andrea Dezzi cofondatore MGMC, e dell’amico e collega di Marcello Geppetti, Rino Barillari, il “re dei paparazzi”. Ha moderato la serata Marco Geppetti, fotoreporter e cofondatore della MGMC.
Geppetti è uno dei più grandi fotoreporter del secolo scorso, membro militante di quel gruppo di fotografi che contribuirono ad aumentare la fama della Dolce Vita felliniana.
Geppetti metterà a segno tantissimi scatti, tutti conservati nell’ archivio storico della Marcello Geppetti Media Company (MGMC), società che insieme agli eredi di Geppetti da più di dieci anni lavora alla valorizzazione e digitalizzazione del suo archivio analogico, che conta più di un milione di negativi.
A bordo della sua vespa e con una macchina fotografica al collo, diventerà una delle figure di riferimento della Dolce Vita, ben prima che Federico Fellini la consacrasse nel suo film come fenomeno di costume.
In quegli anni la sua strada incrocerà quella di Marcello Mastroianni, Anita Ekberg, Marlene Dietrich, Alain Delon e di centinaia di altri protagonisti di quella stagione indimenticabile.
Poi arrivarono gli anni di piombo. Ancora una volta Marcello Geppetti e la sua macchina fotografica sono in prima linea per riprendere gli avvenimenti principali. Dalla cronaca nera agli scontri di Valle Giulia, passando per l’uccisione di Giorgiana Masi, fino alla morte di una giovane brigatista – le sue fotografie raccontano perfettamente le oscurità di quella stagione.
Non smise mai di incoraggiare i giovani fotografi ad iniziare la professione e mantenne sempre lo spirito dei primi anni quando il gruppetto dei “paparazzi” era quasi una fratellanza.
Continuerà a fotografare fino al giorno della sua morte, il 27 febbraio 1998.
Le sue foto sono comparse sulle pagine di “Time Magazine”, “Life”, “Vogue” e, in occasione di importanti esposizioni, in varie gallerie e musei a Roma, Milano, Londra, Lisbona, Sao Paulo, San Pietroburgo, New York, San Francisco, St.Tropez, Bologna, Modena, Metz, Madrid, Toronto, Francoforte, Haifa. Nel 2010 l’Italia gli ha dato un giusto riconoscimento, scegliendo 120 tra le sue immagini più belle da esporre al Museo del Cinema di Torino, per celebrare i 50 anni del film “La Dolce Vita”.
15 Ottobre 2020