La schiavitù invisibile
Mostra fotografica di Luca Catalano Gonzaga
Data evento: 23-31 ottobre 2019
“Schiavitù invisibile” è una mostra fotografica di Luca Catalano Gonzaga.
I volti degli uomini raccontano storie. Lo fanno attraverso le rughe, le pieghe del viso, l’espressione degli occhi. Alcuni volti hanno una potenza tale che possono rivelare, nell’immobilità di un fotogramma, sogni e speranze sacrificati per una vita. Questi volti, abituati al silenzio, sanno comunicare più di altri. Questi volti sono quelli che immortala Luca Catalano Gonzaga nei suoi lavori, perché ha capito che per saper raccontare storie la maggior parte delle volte le parole sono inutili.
Ed è per questo che in questi giorni abbiamo ospitato la mostra “Schiavitù invisibile” del fotoreporter di fama internazionale.
Attraverso i suoi scatti e nel corso della sua carriera, Gonzaga si è concentrato su realtà difficili provenienti da ogni angolo del mondo. In “Schiavitù invisibile” ha voluto mettere in luce il dramma della schiavitù che resta ancora una delle peggiori condizioni in cui versano uomini e donne in alcune zone del nostro pianeta.
Da sempre impegnato in fotoreportage sulla tutela dei diritti umani, la verità che racconta nei suoi “17 ritratti” vuole essere una denuncia, realizzata attraverso la forza, la poesia e l’eleganza della fotografia.
16 RITRATTI DI SCHIAVE AGRICOLE
I 16 ritratti sono stati realizzati nel 2013 in Mauritania. Si tratta di immagini degli Haratins, discendenti dei Mori Neri popolazione “posseduta” dai Mori Bianchi, potente minoranza di quella zona. Sebbene “Haratin” significhi letteralmente “coloro che sono stati liberati”, in quei luoghi uomini e donne vivono ancora in uno stato di agghiacciante oppressione. Trattati come oggetti, considerati come “proprietà”, lavorano una terra che non è la loro senza ricevere compensi né altra forma di risarcimento per la fatica profusa.
LA SCHIAVA DOMESTICA
Immagine simbolo di tutta l’esposizione è il ritratto di Noura, una giovane 18enne nativa di Nouakchott in Mauritania. Schiava domestica fin dall’età 4 anni, proprio come lo era stata la madre, dopo aver subito una lunga serie di abusi e violenze riuscì a fuggire e a presentare denuncia alle autorità locali. Attualmente Noura è in contatto con l’organizzazione “IRA Mauritania” che si occupa della protezione e dell’assistenza legale di casi come il suo. Oggi è diventata una donna libera, non ha un’occupazione e, particolare non trascurabile, non ha mai frequentato la scuola.
LA MAURITANIA
La Mauritania che appare nelle foto di Luca Catalano Gonzaga è il Paese con il più alto tasso di schiavitù al mondo, con una stima di circa 150.000 persone su un totale di almeno 4 milioni di abitanti. Adulti e bambini sono di proprietà esclusiva di un padrone che esercita pieno potere non solo su di loro ma pure sui discendenti, decidendo se venderli, comprarli o usarli come merce di scambio. Una situazione che potrebbe essere denunciata stando alle leggi, ma l’alto tasso di analfabetismo e la mancanza di aiuti necessari ad espletare le formalità burocratiche rappresentano ostacoli difficili da superare. L’abolizione di questo terribile “status” venne decretata nel 1981 e dal 2007 sfruttare uomini come schiavi è un reato penale: eppure da quando sono entrate in vigore le nuove norme, nessun padrone è mai stato condannato per schiavitù.
WITNESS IMAGE
Nel 2010 Luca Catalano Gonzaga ha fondato Witness Image, un’associazione no-profit, con lo scopo di promuovere e supportare l’educazione e il rispetto dei diritti e delle libertà. La sua mission è quella di mostrare, quando necessario, la realtà della vita in tutta la sua crudezza, mantenendo sempre il più totale rispetto della dignità umana. Witness Image opera credendo fermamente nel potere contenuto nel linguaggio della fotografia sapendo che questa, attraverso le sue immagini, sa raccontare realtà sconosciute e devastanti, offrendo alle minoranze la possibilità di esprimersi.
23 Ottobre 2019